lunedì 17 giugno 2019

Gioielli per un outfit



Quando da bambine ci hanno domandano: "Cosa vuoi fare da grande?", più o meno tutte noi abbiamo risposto almeno una volta: "La ballerina". Dopo la febbre del balletto, che ho capito subito non essere la mia strada salvo qualche serata sul cubo in discoteca, ho avuto subito le idee molto chiare. 

Già a dieci anni andavo in edicola a comprare un noto catalogo di figurini da ricopiare, che costava la bellezza di 12 mila lire, non me lo posso dimenticare. Per una bambina 12 mila lire significavano rinunciare al gelato per una settimana, quindi rende bene l'idea di quanto desiderassi andare ad acquistare quella pubblicazione. Riproponevo sul mio grande A3 di Fabriano quei figurini, cercando di essere il più fedele possibile ai tratti di quelle bellissime modelle, ai loro corpi affusolati e alle stoffe le li lambivano. Costruivo outfit che ritagliavo per farli indossare alle modelle di cartone. Ne avevo due, una mi assomigliava anche, aveva i capelli rossicci e le lentiggini.

Avevo le idee abbastanza chiare, volevo fare la stilista o la scrittrice, o tutte e due le cose. La ballerina non era roba per me, che amavo usare la mia creatività per disegnare o costruire cose e storie. E' finita che in senso lato ho fatto entrambe le cose, un libro l'ho scritto e ne ho iniziati almeno altri tre, ho scritto un numero infinito di testi promozionali e qui sul mio blog scrivo. Quindi la prima è andata. Quanto alla stilista, ebbene ho avuto il privilegio di fare anche quello. 
Dopo un lungo, lunghissimo periodo di inattività qui sul blog, ci voleva proprio un abito per farmi creare qualcosa di nuovo. Un abito che ho disegnato io e che la mitologica Stefania di cui a volte ho scritto qui, sta magistralmente realizzando con dei tessuti di una qualità a dir poco woooow. Abbiamo iniziato a farlo insieme anni fa per un progetto fotografico sull'artigianalità femminile, abbiamo continuato a collaborare durante la mia permanenza in negozio con pezzi sartoriali e inserti gioiello ed eccoci ancora qua, per fare insieme qualcosa di nuovo, di diverso e ancora molto misterioso :)

Eccomi quindi con un lunghissimo orecchino ai "frutti di mare" e un dettaglio gioiello da inserire nel pezzo finito. Madreperla e alluminio.

lunedì 2 luglio 2018

Per il tuo quinto compleanno



Poche parole per constatare che il tempo vola...

Cinque anni fa nasceva questo blog e io mi divertivo a sperimentare piccole cose col filo metallico ogni sera rientrando dall'ufficio. C'era poco lavoro in questo periodo dell'anno e quindi mi sopportavano anche i colleghi mentre imperlinavo cose in pausa pranzo davanti alla mia postazione e reclutavo gente per tenermi un attimo "quel filo lì in quella posizione lì" perché le mani non erano ancora ben coordinate tra loro. Ma mi piaceva già allora raccontare questo viaggio nell'apprendimento di qualcosa di nuovo e totalmente avulso dalla mia realtà professionale, che era fatta di tecnologia e parole, non certo di mani (salvo consumare i tasti del pc).

Quest'anno non propongo un pezzo particolare per l'anniversario di Temporary Lab, ho pensato di rimettere insieme le mie competenze pregresse, tecnologia, comunicazione e grafica per creare una piccola brochure nella quale poter raccontare chi sono e cosa faccio. Con tante foto e poca istituzionalità, per ricordare anche a me stessa quanto ho imparato attraverso quest'esperienza, da dove sono partita e dove mi trovo, e soprattutto dove voglio andare.

Non voglio andare da nessuna parte nello specifico, resto qui e continuo a fare qualcosa che mi appassiona profondamente, quando e come voglio io, con la consapevolezza di aver avuto il privilegio di incontrare lungo la strada tante persone belle, alcune anche brutte certamente, e stupirmi ogni volta che mi dicono "qui ci vuole subito qualcosa di Viviana".

Un ringraziamento di cuore a chi c'era dal principio e a chi si è appassionato insieme a me lungo la strada. 









sabato 23 giugno 2018

Una collana. Making of



Quanto tempo ci ho messo a rimettermi a produrre! A parte gli ordini da evadere dopo la chiusura del negozio mi sono ritrovata una baraonda nel box e pochissima voglia di rimettere in piedi il laboratorio, che per questioni di spazio non ho ancora deciso dove posizionare. Perciò in modo del tutto provvisorio ho riportato un po' di materiale a casa e ripristinato la mia scrivania nel sottotetto. Giorni fa stavo tristemente infilando una collana a nodi e mi sono resa conto che tra i preparativi per la chiusura e il post chiusura che mi ha altrettanto dato da fare, era un mese che non facevo nulla. 
Quando ho deciso di avere idee chiarissime sul da farsi, sicuramente una collana, sicuramente un foldforming con la morsa, sicuramente qualcosa di diverso dagli ultimi lavori e con un gusto un po' afro, mi sono ritrovata senza morsa, senza la pinza da cottura e senza rame. 

Diversi viaggi su e giù e, ripristinata la base di lavoro via, fuoco, raffredda, morsa, martelli e ancora fuoco e sciacqua, e piega e fora. Il resto poi si costruisce da sé in modo automatico, tutto attorno al centro focale. Mi domando a volte come possa sentirmi così pigra da non voler toccare gli attrezzi per settimane, rendendomi conto che la mia è più una paura di misurarmi con me stessa, perché nella vita sono tutto tranne che pigra. E quel timore forse deriva dal fatto di essermi applicata prioritariamente per troppo tempo a pezzi molto semplici, che non ho mai postato qui sul blog, pezzi veloci da vendere e senza pretese.  

Ma quando finalmente resti solo a casa tua non hai più nessuno fuori dalla vetrina a giudicarti, a dire è troppo grande, troppo strano, troppo artigianale, magari troppo caro. Lo fai unicamente per te, per ritrovare la tua dimensione creativa e divertirti a fare quello che sai fare, che non puoi dimenticare in un mese o un anno. Che da soddisfazione quando alla fine appoggi la collana sul busto e prima la guardi, poi la fotografi e ancora la condividi.

Avendo forgiato due pezzi di rame, dopo la composizione in cocco e legno è arrivata anche la versione in bambù rosso. Gemelle diverse.