Avevo le mie staffe in rame e
ottone, ereditate da una collana torchon con sei chili di corallo bambù, che
una cliente ha voluto far diventare un girocollo stretto, sorretto da ganci in
alluminio. Non discuto la scelta, il cliente ha sempre ragione ed evidentemente
per lei il centro focale era il corallo, non la montatura. Ma siamo qui per
questo.
Avevo un giro di agata muschiata
rosa che non sapevo dove collocare, perché non amo il rosa prima di tutto.
Avevo comprato di recente delle
perle a lume nei toni del violetto, perché il violetto è un must di stagione e
la clientela “indigena” ha gusti molto classici, ho pensato potesse smorzare la
forza dei miei pezzi.
Tre storie diverse. Ma che brutta
parola smorzare! Ogni volta che mettiamo il coperchio alle nostre passioni ed
emozioni, è come farsi violenza. Un po’ lo ammetto, sto perdendo la speranza di
poter fare quello che mi piace e tutta la baracca qui è diventata un hobby
molto costoso, perciò mi ritrovo a fare le collane e i braccialetti a rosario….
Vedete voi. E ne ho fatti pure tanti, alcuni venduti ancora prima di prezzarli. Mi ci
vedete con due pinzette in mano e una catena industriale tra le dita, a
scegliere i colori delle pietre e delle perle, allargando e stringendo,
allargando e stringendo?
Nooo. Quindi alla fine ho ripreso
le mie staffe in rame e ho fatto la macedonia con tante storie diverse.
Sono sicura che alla fine, questo mix squaw, etno chic, funzionerà :)
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