mercoledì 3 maggio 2017

Il bianco e il nero


Ultimamente mi capita di ragionare  su cosa la gente voglia vedere dietro ad una vetrina e mi pare che questo spersonalizzi il mio modo di essere creativa, mandandomi in totale confusione. Una cosa è alimentare la passione per le cose in cui si crede e scriverci sopra un blog, altro è dover vendere un prodotto, così da zero, in un luogo dove nessuno ti conosce, senza avere alle spalle un network di clientela consolidata e degli sponsor, che per un'azienda significa partners e per un artigiano o commerciante che dir si voglia, significa passaparola. Smetti di interfacciarti con una nicchia di ammiratori del tuo prodotto in piccola scala e ti confronti con il mondo. Se non avessi quarant'anni suonati e una serie di esperienze pregresse che mi hanno appena appena felpato lo stomaco, probabilmente ci resterei molto male. Per gli atteggiamenti delle persone che non sono i tuoi amici, non sono i tuoi followers, ma semplicemente un bacino d'utenza al quale vendere merce. Sono talvolta amichevoli, talvolta impietosi e peggio, indifferenti e tu, che lavori dietro ad un vetro di carta velina vai avanti a battere sul blocchetto con nonchalance, ma senti tutto, e qualche volta ti viene voglia di chiuderti in laboratorio sul retro, solo tu con la magia delle tue visioni, che però non ti fanno pagare l'affitto, anche se in qualche modo ti nutrono e ti consolano.
La verità è che pensandoci bene, il mondo è bianco o nero. Una cosa va o non va, non c'è compromesso nella pratica. Così traslo questo concetto sugli oggetti, facendolo mio ma come pare a me, nessun compromesso. E' primavera e dovrei lavorare con patine colorate e coralli? Benissimo, vado di patina onice, quarzi fumè e agata black cracked. Alla gente piace delicato e sbarlusc? Chissefrega, io lo voglio forte e solido. Agli ipotetici clienti piacciono i componenti industriali? Non sanno cosa si perdono, io forgio rigorosamente catene a mano...
Ogni giorno è diverso, domani sarò più democratica ma a volte va così, ed è giusto, perchè questo è il mio atto dovuto per non smarrirmi.




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