venerdì 30 marzo 2018

Brasatura dolce



La mia filosofia in una foto, i tre metalli poveri che uso da sempre tutti insieme, senza rivetti e senza saldature snervanti, senza decappaggio, senza niente. Pronti per essere montati sui ganci. 

Alle nostre sfortunate latitudini si brasa ancora con le stecchette e il disossidante, in un gioco di equilibri che basta spingere un po' troppo il cannello e paff... ti parte via il pezzo che cercavi di attaccare, la bacchetta è talmente dura che la taglio dentro un sacchetto stringendo al massimo il tronchese, altrimenti parte per un volo di venti metri in una direzione non preventivabile. Con annessa tendinite, un incubo che mi ha fatto passare la voglia di saldare del tutto. E poi si va veloce quando l'idea è semplice e chiara nella mente. Ma no, la brasatura è lenta.

Da un anno coccolavo l'idea di provare una pasta saldante che vendono quasi esclusivamente all'estero, poi ne ho trovata una in una storica utensileria milanese e ho voluto provare le minitaglie per tutti i metalli e, magia magia, quella per l'alluminio. Perchè l'alluminio necessita di un saldante specifico, e questo implica che la maggior parte delle volte è bel difficile attaccarlo ad altri metalli, che hanno un punto di fusione decisamente più alto. 

Per poter mettere insieme i miei tre elementi eterogenei avevo bisogno di una pasta saldante per brasatura dolce, che non mi scioglie l'alluminio, non mi ossida eccessivamente le superfici e quindi il pezzo è subito pronto, senza bisogno di bagni decappanti, quasi senza neppure spazzolarlo.

E sì, sempre magia magia, scartini di metallo di ottone, rame e alluminio che stanno perfettamente attaccati tra loro, con una brasata di venti secondi scarsi. Ho voluto concedere a questi orecchini, che arrivano da ritagli di lavori vecchi come il mondo (io conservo tutto), il vezzo di qualche linea tracciata a pennarello per il taglio, perchè la temperatura del processo è talmente bassa che il fuoco non ha il tempo di cancellarla. Per me significa PROGRESSO ^_^
 

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