mercoledì 17 maggio 2017

Inclusioni

Da qualche tempo curiosavo in giro sul tema della resina, che essendo un materiale molto democratico si presta ai più svariati utilizzi, dal rivestimento di lastre e patine, fino all'inclusione di oggetti. Democratica due volte, se si pensa che anche il più improvvisato degli appassionati di fai da te può utilizzarla con soddisfazione in appositi stampi preformati e addirittura preforati, per creare pendenti senza l'utilizzo di castoni. Se pensate alle pietre di ambra nelle quali sono rimasti fossilizzati piccoli insetti o altri elementi stiamo parlando della stessa cosa, perché l'ambra è una resina naturale.

Quando una cliente mi ha proposto di creare pendenti e cabochon per anelli con i suoi oggetti del cuore non ho avuto più scuse per tergiversare e sono partita all'acquisto di resina epossodica bicomponente e un paio di stampi di silicone. Sì, perché in un normale stampo di plastica economica come quelli per la fimo o altre paste, la resina rischia di non staccarsi più, mentre dal silicone si riesce ad estrapolare l'oggetto finito con una semplice pressione.
Per i miei esperimenti ho iniziato da me, pensando alla filosofia della cliente ho ripreso il concetto di "qualcosa che mi appartenga"....  ergo, come non pensare al lavoro più bello del mondo, ovvero il mio! 
Il mio primo pendente di resina imprigiona scarti metallici e tutto quel che di piccolo ho trovato sul tavolaccio da lavoro, ed è finito con castone in alluminio e lunga catena battuta a martello. Di sicuro mi appartiene:)
Seguono inclusioni di conchiglie patinate in uno stampo ovale e un divertente esperimento con gli stampi per i ghiaccioli a forma di pesciolino, che mi ricordano il mio delizioso Mezzanotte. Ieri sera stavo già ordinando uno stampo per inclusioni con forme più "jewel friendly" e dal prossimo giro si lavora seriamente.




mercoledì 3 maggio 2017

Il bianco e il nero


Ultimamente mi capita di ragionare  su cosa la gente voglia vedere dietro ad una vetrina e mi pare che questo spersonalizzi il mio modo di essere creativa, mandandomi in totale confusione. Una cosa è alimentare la passione per le cose in cui si crede e scriverci sopra un blog, altro è dover vendere un prodotto, così da zero, in un luogo dove nessuno ti conosce, senza avere alle spalle un network di clientela consolidata e degli sponsor, che per un'azienda significa partners e per un artigiano o commerciante che dir si voglia, significa passaparola. Smetti di interfacciarti con una nicchia di ammiratori del tuo prodotto in piccola scala e ti confronti con il mondo. Se non avessi quarant'anni suonati e una serie di esperienze pregresse che mi hanno appena appena felpato lo stomaco, probabilmente ci resterei molto male. Per gli atteggiamenti delle persone che non sono i tuoi amici, non sono i tuoi followers, ma semplicemente un bacino d'utenza al quale vendere merce. Sono talvolta amichevoli, talvolta impietosi e peggio, indifferenti e tu, che lavori dietro ad un vetro di carta velina vai avanti a battere sul blocchetto con nonchalance, ma senti tutto, e qualche volta ti viene voglia di chiuderti in laboratorio sul retro, solo tu con la magia delle tue visioni, che però non ti fanno pagare l'affitto, anche se in qualche modo ti nutrono e ti consolano.
La verità è che pensandoci bene, il mondo è bianco o nero. Una cosa va o non va, non c'è compromesso nella pratica. Così traslo questo concetto sugli oggetti, facendolo mio ma come pare a me, nessun compromesso. E' primavera e dovrei lavorare con patine colorate e coralli? Benissimo, vado di patina onice, quarzi fumè e agata black cracked. Alla gente piace delicato e sbarlusc? Chissefrega, io lo voglio forte e solido. Agli ipotetici clienti piacciono i componenti industriali? Non sanno cosa si perdono, io forgio rigorosamente catene a mano...
Ogni giorno è diverso, domani sarò più democratica ma a volte va così, ed è giusto, perchè questo è il mio atto dovuto per non smarrirmi.




martedì 2 maggio 2017

Luce!



È un po' che ho in mente di lavorare con la luce, perchè mi piace la decorazione e perchè l'accostamento col metallo mi è sempre sembrato una soluzione suggestiva. Inizio da qui con un piccolo, ma nemmeno troppo, complemento d'arredo che parla di me e del mio lavoro, con un paralume direttamente ripreso dal design del grandissimo bangle Puro, e variazioni sul tema caffettiera :) 
Una lastra grandissima rispetto alle dimensioni solite con cui lavoro, che a pensarci adesso mi viene da ridere per come ha sfiammato davanti al cannello, ma niente panico, siamo metallurgici ^_^
Insertino a patina bianca rivettato, grande fianco a patina onice e cucitura sul retro, che sembra quasi un corsetto. Completata con una piccola ma efficiente lampadina da forno per un'atmosfera calda calda.
Penso che ci riproverò, costruendo da sola la base elettrica e accostando il metallo a materiali naturali magari....